Intervista ad Aldo
Ospite di Piancavallo dal 1983 al 1986

Intervista in presenza a Piancavallo, 24 marzo 2007
Hanno condotto l'intervista: SEBASTIANO, FEDERICA, MIRKO, SIMONA, MATTEO

Buongiorno Sig. Aldo: con le nostre professoresse stiamo facendo una ricerca per scoprire come la scuola è cambiata in questi cinquant'anni di vita. E' disponibile a rispondere a qualche nostra domanda?
Sì, volentieri. Vedo che molte cose sono cambiate ma i libri no: nell'armadio della vostra aula riconosco ancora dei libri di testo e degli atlanti che usavamo noi, ormai quasi venticinque anni fa. E magari a Intra hanno ancora tutti i materiali che abbiamo preparato per l'esame con la prof.ssa Ligutti…  

A quanti anni é stato a Piancavallo?
Ho iniziato a stare a Piancavallo a undici anni, nel 1983. Sono arrivato intorno all'11 novembre del 1983 e sono stato fino a Natale. Poi sono andato a casa e pensavo di non dover tornare più. All'inizio era abbastanza difficile come ambiente… Invece dopo Natale sono tornato e ho finito la prima media. Poi sono tornato a settembre dell'84 e ho fatto anche la seconda media. Poi ho fatto anche la terza media allo stesso modo: tornavo a casa a Natale per 15 giorni e tornavo a gennaio. Nell'86 poi, oltre ad aver fatto l'inverno ho fatto anche tutta l'estate perché avevo già scelto la scuola superiore e ho preferito restare anche l'estate. Tra l'altro c'eravamo abituati, eravamo tantissimi amici e ci dispiaceva andar via!    

Da dove veniva?
Venivo da Mortara, in provincia di Pavia.    

Come ha saputo di Piancavallo?
Allora, io praticamente dall'età di sei anni passavo da un ospedale all'altro – sono asmatico – e praticamente facevo un mese a scuola un mese in ospedale. Quando ho iniziato la prima media c'era lo stesso problema e una dottoressa di Mortara si è informata su un Centro dove aveva sentito che c'era la possibilità, per i ragazzi asmatici, anche di proseguire gli studi. Mi hanno quindi portato direttamente dall'ospedale di Mortara in questo ospedale con la macchina della croce rossa. Le elementari le avevo fatte tutte così: un mese in ospedale e un mese a casa. Era una situazione davvero difficile.  

Cosa si ricorda del suo arrivo a Piancavallo?
I ricreatori, la neve: la neve era la cosa che ci piaceva di più. Quando nevicava stavamo sempre la sera vicino alle finestre a guardare fuori. All'inizio anche un po' di paura… lontano da casa… non è stato un impatto facile.  

Ci può raccontare come si svolgeva la giornata?
La nostra giornale si svolgeva in questo modo: alle sette ci svegliavano e a noi asmatici ci davano sempre il termometro perché con l'asma c'era spesso il problema della febbre. Per le otto meno dieci facevamo colazione e le assistenti socio sanitarie ci portavano a scuola dalle 8,30 alle 12,30. Tornavamo al Centro e mangiavamo. Alle 13,00 salivamo per le visite, finite le visite mediche, alle 14,30 scendevamo e andavamo al doposcuola. Verso le 17,00 uscivamo e stavamo ai ricreatori verso le 19,00 andavamo a cena e verso le 20,00 andavamo in stanza o, quando faceva meno freddo andavamo ai campetti, dove c'è oggi il parcheggio. Lì giocavamo a ping-pong o prendevamo un po' d'aria. Alle 20,30, quando le assistenti dovevano andare a casa, ci portavano in camera: per noi non c'erano grandi problemi di orario perché eravamo in stanze da due e avevamo la televisione in camera e tutto quello che ci serviva dunque potevamo stare fino alle 22,00-22,30. I ragazzi che erano qui per dimagrire, invece, erano in camere da 6: i ragazzi dormivano al primo piano, le ragazze al secondo. Loro arrivavano in stanza verso le 21,00 e dovevano andare a letto. Chi era più fortunato magari aveva il wolk-man, chi si guardava il libro con la piletta ma alle 21,30 la luce era tassativamente spenta.  

La venivano a trovare?
Mio papà veniva una volta al mese, una volta ogni due mesi, principalmente la domenica. Poi dipendeva anche dalle condizioni: mi ricordo che l'ultimo anno in cui ho frequentato la scuola, era l'85-86 c'è stata una grandissima nevicata e mi ricordo che anche i giornali avevano scritto: “Ragazzi bloccati al Centro Auxologico, problemi di cibo…”. Non era vero! Noi mangiavamo quello che volevamo e stavamo benissimo!  

Si ricorda di qualche assistente o dottore?
Mi ricordo la Iole , la Laura Finizio , la Laura Fossati , la Cettina , la Lella …Poi c'era la Tafuro , un'assistente socio sanitario che prendevamo un po' in giro perché era un po' burbera ma molto buona. Mi ricordo del dott. Silvestri che si occupava dell'endocrinologia, il professor Morabito che so che è andato in pensione, Bigoni, il direttore del Centro, la dietista Eleonora che abita a Pallanza. Dei miei dottori non è rimasto nessuno: dott. Corbo, dott. Foresi…  

Giocavate a calcio o facevate passeggiate?
Certo! Ho una foto del dott. Silvestri che ci faceva giocare a calcio: ai tempi quello che oggi è il parcheggio e l'eliporto, era un campo da calcio dove giocavamo in qualsiasi condizione. Diciamo che allora gli assistenti erano forse un po' più permissivi… Si giocava a calcio, si facevano passeggiate. Mi ricordo che nel 1986 abbiamo fatto una “passeggiata sperimentale”: praticamente ci hanno portato ai piedi del monte Zeda e poi abbiamo fatto anche la salita. Eravamo in sette-otto, c'era il dottore, gli assistenti. Fu una passeggiata lunghissima. Passeggiate comunque ne facevamo moltissime: facevamo il sasso Segletta, grotte, a Colle, a quello che chiamavamo il K2, ci portavano fino ad Aurano…  

Un momento della gita
sul Monte Zeda
Quota 2000 mt

E' stata un'esperienza utile venire a Piancavallo?
Sinceramente vi dirò: molto utile. Passando un mese sì e un mese no in ospedale, questo problema dell'asma non mi permetteva di fare sport, di muovermi come tutti i miei coetanei. Facevo una corsa e mi veniva l'asma e stavo male. Qui invece, forse per il clima che favoriva la mia salute, non avevo mai l'asma: per me poter giocare a calcio, fare sport, poter fare una vita da ragazzo è stata un'esperienza notevole. Qui, poi, ho trovato i migliori amici e ancora adesso sono in contatto con alcuni: è stata davvero un'esperienza bella per me.  

Allora c'erano tanti ragazzi al Centro?
Sì tanti. Credo fossimo un'ottantina anche se c'erano già gli adulti. I ragazzi venivano divisi tra ragazzi delle scuole medie e elementari, i ragazzi in corso, e quelli più grandi, i fuori-corso. Anche gli adulti prima avevano molta più libertà, poi sono successe delle cose che hanno portato a restrizioni. E' accaduto ad esempio più volte che un ragazzo è caduto e hanno dovuto chiamare i soccorsi o qualcuno che usciva e andava a mangiare alla baita… C'erano ragazzi delle medie che per farsi mandare a casa scappavano. Ricordo ragazzi che avevano tentato di andare a piedi giù a Intra. Poi li hanno ripresi ma pensate a quegli assistenti che avevano la responsabilità di quei ragazzi che paura si sono presi! Quando succedeva una cosa del genere, venivano subito avvisati i genitori perché venissero a riprendere il figlio perché se non vuoi stare, non c'é alternativa…  

Bisticciava con i compagni?
Mediamente sì: una rissa al mese la facevo anch'io. Non c'era una persona in particolare con la quale litigassi: capitava che ci si minacciasse per una ragazza e capitava lo scontro. L'ultimo che mi ricordo e che mi dispiace ancora per l'assistente Iole, è successo così: stavo mangiando e un ragazzo è venuto e mi ha dato una sberla. Siccome io non ero molto tranquillo come ragazzo gli sono saltato subito addosso. E siccome la forza ce l'ho sempre avuta, tutti cercavano di fermarci compresa l'assistente che, involontariamente, si è presa qualche spintone. Poi, a mo' di wresling mi hanno bloccato e bom, lì non mi sono mosso più. Comunque eravamo ragazzi e succedeva.  

Ha mai pianto?
Io? Sì.  

Si ricorda di qualche insegnante?
Ricordo Rita Torelli che era l'insegnate di matematica, Anna Ligutti che era la mia insegnate di italiano e storia e che ancora adesso sento. Grazie a lei sono qui oggi perché è lei che mi ha messo in comunicazione con l'insegnate Rita Torelli. Mi ricordo Carmine Antonucci che era il mio insegnate di disegno, mi ricordo l'insegnante di francese ma non come nome, mi ricordo che una volta è stata lei a farmi piangere.  

Com'era come alunno?
Io? Dovreste chiederlo all'insegnate Torelli che è qui!   Prof.ssa Torelli: vivace, ma non ho mai avuto problemi anche perché era un bel gruppo! Di loro mi ricordo molto bene forse perché stata la prima classe che ho avuto e poi perché era un gruppo affiatato.   Vi dirò: in prima media non avevo voglia di studiare, in seconda neanche, in terza sì!  

Studiavate tanto?
No, il giusto. Studiavamo un paio d'ore al giorno a parte nel periodo d'esame di terza media un cui studiavamo pomeriggio e sera. Ma perché lo volevamo fare noi, non eravamo obbligati. Chi voleva stare a studiare, poteva stare a scuola fino alle 19,00 oppure si poteva studiare in camera.  

Dove dormivate?
Io dormivo al terzo piano.  

Frequentava la chiesa?
A fatica. Vi dirò una cosa: dalla prima alla terza media, che eravamo obbligati ad andare in chiesa, non era una scelta, la domenica facevano le fughe, facevamo di tutto pur non andare a messa. Dopo i quattordici anni, quando non ero più obbligato ad andare in chiesa, o ripreso ad andarci volentieri. Quando ti obbligano a fare una cosa tu fai l'opposto invece se puoi scegliere è sicuramente la cosa migliore. Avevamo anche l'insegnate di religione che era molto anziano e si chiamava don Mario: raccontava sempre le barzellette e io in religione, anche se non me lo meritavo avevo sempre 10.   Ragazzi: adesso il nostro professore di religione ci legge la Bibbia.   Ah, la Bibbia io l'ho letta in terza media ma di mia spontanea volontà, perché mi interessava capire qualcosa.  

Mangiavate separati?
Eravamo lo stesso refettorio ma eravamo separati. Ogni tanto volava qualche mela, qualche pollo, c'erano delle battaglie.  

Com'era la strada?
Come adesso: tranquillissima. Tranne qualche volta in cui c'era qualche bella nevicata.  

Ha un ricordo particolare?
Mi ricordo un affiatamento bellissimo coi ragazzi. Quando eri a Piancavallo non era come a casa: quando sei a casa e conosci una persona, ci metti tempo prima di conoscerla veramente. Non a Piancavallo: qui era come vivere tutti in uno stesso appartamento e quando i rapporti si consolidavano prima. Questo è il ricordo più bello: le amicizie. Vivevi a fianco di persone che nell'arco di pochi giorni diventavano gli amici per la pelle.  

Ha mai fatto qualche gita?
Come asmatici, mi ricordo che c'è stato un anno che ci hanno portato a vedere le isole. Ma non con gli insegnanti, coi dottori.  

Com'era il clima a Piancavallo?
Gli inverni erano proprio inverni, c'era sempre molta nebbia in inverno e neve.

Cosa succedeva se facevate qualcosa di sbagliato?
Beh, mi ricordo che il primo anno in cui sono stato a Piancavallo, c'era un vicedirettore che era davvero severo. L'anno successivo è stato tolto dal suo ruolo. Spesso ci davano delle punizioni: se non studiavi , non ti facevano giocare a ping-pong. La Ligutti , per esempio, urlava e ti incuteva un po' di paura all'inizio ma mi ricordo una cosa bellissima – e questo forse l'insegnate di matematica non lo sa – che il giorno dell'esame di terza media lei si è messa di fianco a chi faceva fatica a fare il compito e lo ha aiutato a svolgere la prova di matematica. Lei davvero guai per i ragazzi! Era molto energica ed è stata una persona molto importante per la mia vita. Una volta mi ricordo che è stata lei a prendermi da parte e a dirmi: “Smettila con queste ragazze: ti stanno sciupando!”.

C'era un cinema?
Sì e mi ricordo che ogni tanto, durante il film c'era l'assistente che diceva: “Respirare!!!”. Non c'è più adesso? Ricordo che c'era il cinema con le bobine e noi, a turno, facevamo “l'addetto al cinema” e proiettavamo i film presi in affitto. Erano sempre gli stessi: “Il tempo delle mele” penso di averlo visto 30 volte, “Excalibur” l'ho imparato a memoria. Era il film più moderno. Poi mi ricordo “Kramer contro Kramer” e anche di quello ho fatto indigestione. Giravano sempre gli stessi. Comunque era una bella sala. Si vedeva la domenica pomeriggia, qualche volta un pezzo il lunedì sera e un pezzo il martedì.

Che cosa direbbe oggi ad un ragazzo che frequenta Piancavallo?
Dovreste dirmelo voi… Vi manca casa? Sono cambiate molte cose da allora: c'era più sperimentazione e libertà. Quello che posso dirvi io è di studiare che è la cosa a più importante e pensatelo come un posto bello, dove le vostre amicizie si consolideranno. E' anche un modo per mettersi alla prova, imparare a diventare più indipendenti. Questo è importante.

La ringraziamo per avere fatto tanta strada e per il tempo che ci ha dedicato. Grazie!
Ma di niente, è stato un piacere!

Ricordi... festa di Ferragosto

La pubblicazione di questa inervista e della fotografia é stata autorizzata da Aldo