Incontro con Padre Vittorio Farronato

Missionario in Africa


Martedì 22 febbraio 2011, Padre Vittorio è venuto a trovare proprio noi, bambini e ragazzi di Piancavallo!

Dopo le rispettive presentazioni, a turno, gli abbiamo fatto una serie di domande che gli alunni di terza media avevano preparato.

L'incontro è stato programmato nell'ambito delle puntate radiofoniche: “Le interviste di Radio K2”, ascoltabili e scaricabili dal sito http://radiok2.wordpress.com

La serie radiofonica è il frutto di interviste a uomini e donne che raccontano le loro esperienze di lavoro per promuovere la conoscenza di mestieri diversi, conoscenza che possa essere di aiuto ai ragazzi nella scelta del percorso di studi nella scuola superiore.

Ci ha raccontato che dopo le elementari è entrato in seminario , è diventato parroco all'età di 25 anni e in seguito è andato a completare gli studi a Parigi.

In effetti, da piccolo pensava di seguire le orme del papà e quindi andare a lavorare nelle cave di pietra, ma il richiamo della fede è stata molto più forte.

La sua scelta è stata rispettata da entrambi i genitori.

A soli 26 anni poi, è partito per la sua prima esperienza in Africa, nel Burundi, a compiere quella che sentiva la sua missione.

È stata molto bella la frase del papà: “Sono io che ti mando in Africa…” . “…e mi ha pagato il viaggio”, ha aggiunto padre Vittorio.

Appena arrivato in Africa, era contento perché da una parte ha incontrato tanti bambini che lo hanno accolto con entusiasmo, ma si sentiva molto imbarazzato perché non conosceva la lingua che lì si parlava, lingua che ha imparato dopo appena sei mesi.

A volte, ancora ora, si sente a disagio a camminare in mezzo a loro ed essere visto non come un prete ma come un uomo bianco.

Ci ha descritto come si svolge la sua giornata in missione e i principali problemi che deve affrontare quotidianamente.

Le case e la scuola sono fatte di terra e paglia, con il rischio di essere demolite dalle termiti.

Dai suoi racconti abbiamo capito che la realtà dei paesi africani non è quella che viene presentata dai mezzi di informazione che anzi, molto spesso, danno un'idea falsata della situazione.

Alla domanda su cosa siano per questi popoli la ricchezza e la povertà, il padre ha risposto che per la gente del luogo la vera ricchezza è rappresentata dall'avere tanti amici, mentre da noi la ricchezza significa avere tanti soldi.

Ha detto anche che i bambini, quando vedono sulla cartina geografica l'Italia, pensano che noi siamo proprio fortunati e che viviamo in paradiso e che vorrebbero essere al nostro posto.

“Loro non sanno che quando risolvi i tuoi problemi di fuori allora i problemi si spostano dentro” , ha aggiunto.

Alla domanda quale fosse il peggiore affronto che si può fare loro, padre Vittorio ci ha detto che, la cosa più brutta è guardarli come se non contassero nulla, guardarli con disprezzo.

Alle persone che soffrono la fame e la povertà è molto difficile spiegare in modo convincente l'esistenza di Dio.

Di solito, lui spiega che Dio ha mandato sulla terra suo figlio Gesù per vivere con noi le sofferenze di tutti.

La figura del missionario, in effetti, è ben vista quando è gratis e fa quello che non fa il governo. Se fa qualche cosa che infastidisce i potenti, allora arrivano anche alle minacce. L'apparato militare controlla tutto e per restare al potere, i governanti di turno si alleano con i potenti degli altri Paesi ma, dice padre Vittorio: “Non si può imbottigliare il vento! È un brutto periodo per i dittatori”. Adesso tutti hanno diritto di voto, anche le donne, ma “il governo ha paura del voto del popolo” .


Un ruolo importante per riuscire a dire quello che si vuole o che non si può dire è rappresentato dal teatro. Dopo una rappresentazione fatta dalle donne, gli uomini hanno detto: “Le donne oggi ci hanno fatto la predica più del Prete”. Anche la religione ha contribuito a dare valore alle donne.

L'arrivo dei cristiani è servito anche a vincere le loro paure, che sono legate alle tradizioni. Per fare un esempio credono che una persona cattiva a guardia del proprio campo possa trasferire il male sul campo del vicino dove non crescerà nulla e trasferirà invece energia positiva sul proprio.

Tra i missionari, anche non religiosi, ci sono bravi tecnici, persone che insegnano a coltivare, a costruire case e ponti in sasso ma un grosso problema sono le comunicazioni , soprattutto in posti così isolati, nella foresta e lontano dai centri abitati. Ci sono delle radio locali che però arrivano solo a pochi chilometri di distanza. Non ci sono i telefonini e la tecnologia che noi usiamo tutti i giorni come computer e internet.

Anche il carburante scarseggia e in genere lui si sposta in moto, che viene rifornita da taniche che i giovani trasportano con le biciclette, impiegando anche molte ore di fatica attraverso la foresta su sentieri certo non facili né tantomeno comodi.

Altro problema notevole è la deforestazione , perché il taglio degli alberi è molto più rapido della ricrescita. Gli alberi vengono abbattuti per il valore del loro legno pregiato ma la ricchezza è in mano a pochi e spesso stranieri.

Dopo aver chiacchierato di tutti questi argomenti così interessanti, ci ha mostrato alcuni quadri fatti un artista suo amico che si chiama Soku , quadri che spiegano soprattutto l'importanza e il ruolo della donna.


Poi i ragazzi di terza hanno chiesto di poter mostrare al missionario un video realizzato a dicembre, in occasione della festa di Natale. Video che poi abbiamo visto e commentato tutti insieme. Con testi scritti dai ragazzi e immagini si è voluto far riflettere sugli squilibri del nostro tempo, sui problemi di attualità presenti nel mondo e il mondo che vorremmo per tutti.

E per finire, Padre Vittorio ci ha presentato alcuni suoi libri molto interessanti da poter leggere nei momenti liberi, che ha donato alla scuola.

Di lui ci ha colpito molto la serenità , la sua ormai lunga esperienza di missionario e i suoi occhi che trasmettevano felicità e gioia.

A stare con lui ci siamo sentiti a nostro agio come se fossimo in una famiglia , perché ci trasferiva felicità, sicurezza e amore verso il prossimo che in primo luogo vuol dire amore verso se stessi.

Vogliamo concludere con le sue parole che ci hanno molto colpito:

Non sono una categoria ma sono una persona. Se mi domandano, dirò sempre sono Prete ”.

Dagli inviati: Marco, Sharon e Jessica della prima media di Piancavallo