Abbiamo così compreso che il movimento
è uno spostamento nello spazio/tempo rispetto ad un sistema
di riferimento.
Poi abbiamo verificato come è importante il punto di
riferimento per capire il movimento che facciamo, abbiamo attraversato
il salone a coppie guardandoci negli occhi e meditando sugli
oggetti che ci stavano intorno.
Poi, prendendoci per mano, abbiamo fatto un giro tondo formando
un cerchio dal diametro di 2,5 metri ed abbiamo effettuato tre
giri sempre nello stesso verso, questo per comprendere il moto
circolare.
Un altro gioco divertente è stato il gioco della
“scossa” : sempre in cerchio , tenendoci
per mano dovevamo schiacciare la mano del compagno vicino che
a sua volta doveva poi schiacciare la mano di quello dopo di
lui formando un movimento ad onda.
Con 10 ragazzi la scossa ha impiegato 4” per il primo
giro e 5” per il secondo giro.
Con 12 ragazzi la scossa ha impiegato 8” per il primo
giro e 5” per il secondo giro.
Questo esercizio è servito per capire i tempi di riflesso
e la misurazione.
Infine, Renzo, ci ha dato una bacchetta di legno graduata
da lasciare cadere in verticale ma da afferrare velocemente
per non farla cadere.
Le tacche sulla bacchetta ci sono servite per misurare i tempi
del nostro riflesso. Abbiamo fatto una prova generale e poi
l’esercizio a coppie.
Infine dopo aver misurato la lunghezza del salone (16 metri),
ci siamo messi a tavolino per i calcoli delle diverse prove.
L’ultimo gioco è stato il “giro
della morte” per spiegare la forza centrifuga.
A turno abbiamo provato a far ruotare un barattolo pieno d’acqua
legato ad una corda. Trovando la velocità giusta non
cade nemmeno una goccia d’acqua. Questo perché
la forza peso è equilibrata dalla forza centrifuga
che dipende dalla velocità.
Arianna, Francesca, Melissa, Lorenzo classe 1 media Piancavallo
Laboratorio
dell’11 Marzo
Sabato 11 marzo, il dott. Renzo ci ha fatto partecipare ad
una attività di laboratorio sul movimento dei vegetali
fornendoci notizie per noi molto nuove ed interessanti.
Inizialmente ci ha presentato e illustrato un cartellone riguardante
la sensibilità delle piante, il fototropismo e il geotropismo
o meglio gravitropismo.
Ci ha spiegato che il termine gravitropismo deriva da esperimenti
realizzati sulle astronavi per verificare il comportamento
delle piante in assenza di gravità.
Ci ha promesso i semi di una piantina di mimosa pudica o sensitiva
che chiude le sue foglioline appena viene sfiorata. Questo
fenomeno si chiama aptotropismo. Questa mimosa ha il fiore
di colore viola, è molto bassa e cresce in climi caldi.
Ci ha spiegato come si piega il tronco di una piantina alla
ricerca della luce. Abbiamo così scoperto che è
merito dell’auxina, l’ormone responsabile
della crescita della cellula vegetale.
Abbiamo così capito perfettamente perché il
nostro reparto è l’auxologia, cioè la
scienza che si occupa dei problemi della crescita.
Osservando alcuni semi che ci ha portato ci fatto riflettere
sul perché i semi devono andare lontano.
Le piante si muovono perché si devono
riprodurre. Ogni essere vivente ha bisogno di un minimo di
spazio vitale; i semi vanno alla ricerca di un’area
dove potersi sviluppare.
Favoriscono la diffusione dei semi il vento, gli uccelli,
altri animali ma soprattutto la forma del seme stesso.Abbiamo
esaminato alcuni semi dalle forme particolari: acero, pioppo,
tiglio, tarassaco o dente di leone.
La samara o frutto dell’acero è formata da due
ali che a maturazione cadono e poi si staccano, in questo
modo il vento può alzarle e portarle lontano.
Siamo passati poi ad una fase operativa, abbiamo ritagliato
dei disegni che ci ha portato per costruire le forme di alcuni
semi e per sperimentare il loro volo.
Abbiamo costruito il pappo del soffione e successivamente
abbiamo fatto le prove di caduta
Abbiamo ritagliato il seme della zanonia e confrontato alcune
forme di altri semi con strumenti del volo come l’aquilone,
l’elicottero, il paracadute, la vela.
Ci ha spiegato il movimento del convolvolo, della
bella di notte, del trifoglio, com’è
fatta la cellula vegetale, le piante carnivore, lo studio
del movimento da parte di Leonardo da Vinci, la percezione
del movimento attraverso gli organi di senso e quindi con
il cervello.
Una fase molto interessante del laboratorio è stata
la costruzione del taumatropio e del fenachistiscopio.
Il taumatropio lo abbiamo realizzato utilizzando dei tappi
di sughero, degli stuzzicadenti, un semplice foglietto di
carta con il disegno di un pesciolino da un alto e la vaschetta
dall’altro, girando velocemente lo strumento si ha la
visione del pesciolino nella vaschetta.
Il taumatropio campione che ci ha portato Renzo rappresentava
un uccellino nella gabbietta.
Il fenachistiscopio invece si realizza con un cartoncino
circolare su cui si incollano delle sequenze del movimento
di alcuni animali, si ritagliano delle fessure ed attraverso
la visione nelle fessure rivolte ad uno specchio si vede il
movimento.
Ringraziamo il dott. Renzo Rancoita per la disponibilità
e gentilezza che ci ha dimostrato ed aspettiamo il prossimo
mese di maggio per un’altra giornata di apprendimento
e di divertimento con i nostri amici del centro didattico
del Museo Regionale di Scienze di Torino, diretto dalla dott.ssa
Elena Giacobino.
Piancavallo, Claudia e Rosalia classe 3 media,
Chiara classe 2 media
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