Mercoledì 5 aprile 2006 sono venuti da noi tre guardiaparco, Giovanna, Flavio e Paolo, del Parco Naturale del Veglia Devero, che si trova nella nostra provincia. Istituito nel 1978 come Parco del Devero è stato unito al Parco del Veglia in un unico Ente nel 1995.
Si trova nelle Alpi Lepontine e la sua vetta più alta è il Monte Leone, alto ben 3553 metri.
Ci siamo riuniti tutti, gli alunni della scuola elementare, della scuola media e alcuni ragazzi più grandi, tutti ricoverati nel reparto di auxologia, in una classe dell'edificio scolastico.
I guardiaparco hanno esposto dei bellissimi pannelli in corridoio, pannelli riguardanti la vita del camoscio in relazione all'ambiente in cui vive.
Il camoscio è stato scelto come simbolo degli animali del parco e come guida per la conoscenza e la comprensione di un ecosistema naturale molto complesso.
Basti pensare che il parco si estende per circa 8600 ettari ad una altitudine compresa tra i 1600 e i 3500 metri.
Il camoscio, un ungulato super specializzato a vivere ad alta quota, ha un comportamento sociale molto interessante per la modalità di comunicazione, di vita sia di branco che solitaria. Inoltre è molto interessante il suo rapporto con l'ambiente, i meccanismi di difesa e di adattamento che riesce a mettere in atto.
Il camoscio è pertanto simbolo di libertà e perfetta sintonia con la natura.
Per il camoscio è stato scelto il nome di Saltabric che sta a significare che salta sulle rocce, sui dirupi, sulle cime.
I guardiaparco hanno poi sistemato nell'aula molto materiale che sarebbe servito per l'attività di laboratorio del Saltabric, attività didattica di educazione ambientale che coinvolge gli alunni in modo attivo e divertente alternando momenti di apprendimento a momenti ludici.
Abbiamo così potuto osservare da vicino: corna di stambecco, camoscio e cervo, zampe mummificate, penne e piume di grandi rapaci come l'aquila reale e di diversi altri uccelli del parco, cortecce, borre, fatte, sassi, pigne grandi e piccole.
Paolo, Giovanna e Flavio hanno spiegato ogni reperto, ci hanno insegnato a riconoscerli e ci hanno fornito notizie interessanti sull'ambiente dove hanno la fortuna di lavorare.
Successivamente hanno proiettato molte diapositive dell'ambiente naturale del parco e sugli animali che lo popolano; ad alcune di esse hanno abbinato suoni naturali registrati.
Abbiamo ascoltato ad esempio il rumore sordo di una valanga, il sibilo del vento in una tormenta, il suono gradevole del campanaccio delle mucche al pascolo, il verso dello stambecco, del gracchio alpino, il fischio della marmotta e tanti altri ancora.
Finalmente è arrivato il momento del gioco che in realtà era una verifica di quanto avevamo appreso.
I guardiaparco hanno diviso i ragazzi in due gruppi, poi hanno fissato alla lavagna un pannello con il tracciato del gioco, simile al classico “gioco dell'oca”, infine hanno stabilito il punteggio da attribuire ad ogni risposta esatta. Hanno quindi cominciato a fare le domande che vertevano sull'ambiente, sulle piante, sugli animali, sui suoni e sui reperti.
I due gruppi erano intenzionati a vincere e hanno lottato duramente per la vittoria; la tensione era alle stelle e a volte qualche parola di troppo è volata da entrambe le parti. Non sono mancati momenti di divertimento e sonore risate per risposte buffe o sciocche.
Secondo me questa attività è stata divertente e istruttiva perché grazie ad essa abbiamo imparato a conoscere meglio questi animali e il loro ambiente in modo divertente e senza aprire un libro.
È stato inoltre bello condividere questa esperienza con ragazzi di diverse età, dalle elementari alle superiori.
Mi auguro di ripetere anche in futuro esperienze di questo tipo
Dal nostro inviato MICHELE, 1 MEDIA PIANCAVALLO
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