Carta Europea dell'acqua
Nel 1968, il Consiglio d'Europa, una grande organizzazione internazionale alla quale aderiscono 21 Nazioni, fra le quali l'Italia, ha formulato la “ Carta Europea dell'Acqua ”, in 12 punti. Si tratta di un importante appello che è diretto non soltanto ai governi dei Paesi membri di questa organizzazione ma anche ai singoli cittadini, affinché questa preziosa risorsa naturale venga utilizzata in maniera razionale cioè nel migliore dei modi, per conservarla e preservarla da errori che potrebbero risultare non soltanto molto gravi ma soprattutto irreversibili, che significa senza possibilità di recupero.
Una cascata nel Parco Veglia Devero
Non c'è vita senza acqua. L'acqua è un bene prezioso, indispensabile a tutte le attività umane. Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili. È indispensabile quindi preservarle, controllarle e, quando è possibile, accrescerle. Alterare la qualità dell'acqua significa nuocere alla vita dell'uomo e degli altri esseri viventi che da essa dipendono.
Infatti, nonostante il nostro pianeta sia ricoperto per tre quarti della sua superficie da acqua, il 70% della popolazione umana sopravvive senza acqua pulita. Ben 250 milioni di persone l'anno soffrono problemi di salute, dovuti ad un'insoddisfacente disponibilità d'acqua o ad acque malsane. 25.000 persone muoiono ogni giorno a causa delle malattie legate a tale situazione soprattutto in Africa e in Asia, dove la crisi d'acqua è molto acuta e meno del 20% della popolazione ha accesso a rifornimenti d'acqua. Tifo, colera e dissenteria sono tra le principali malattie che derivano dalla mancanza di acqua pulita. Ma purtroppo ci sono anche altre malattie legate in qualche modo all'acqua e al suo uso che sono diffuse e colpiscono moltissime persone.
Acqua nel Parco del Gran Paradiso
La qualità dell'acqua deve essere sempre mantenuta in modo tale da poter soddisfare le esigenze delle utilizzazioni previste, specialmente per i bisogni della salute pubblica.
Se abbiamo molta acqua a disposizione ma non possiamo utilizzarla è come se non ci fosse.
Quando l'acqua, dopo essere stata utilizzata, viene restituita all'ambiente naturale, deve essere in condizioni da non compromettere i possibili usi dell'ambiente, sia pubblici che privati. Ricordiamo che, a volte dopo certi usi industriali viene reimmessa nell'ambiente ad una temperatura leggermente più elevata e questo può avere effetti nocivi sulle catene alimentari e può essere la causa di uno squilibrio nell'ecosistema.
La conservazione di una copertura vegetale appropriata, di preferenza forestale, è essenziale per la conservazione delle risorse idriche. Quindi facciamo molta attenzione al disboscamento eccessivo o alla sostituzione di vegetali nell'ambiente o peggio ancora alla devastazione causata dagli incendi.
Le risorse idriche devono essere accuratamente inventariate. La buona gestione dell'acqua deve essere materia di pianificazione da parte delle autorità competenti. È indispensabile anche la preparazione adeguata del personale che deve gestire una materia così importante e delicata. Valbuscagna Parco Veglia Devero La salvaguardia dell'acqua implica uno sforzo importante di ricerca scientifica, di formazione di specialisti e di informazione pubblica. L'acqua è un patrimonio comune il cui valore deve essere riconosciuto da tutti. Ciascuno ha il dovere di economizzarla e di utilizzarla con cura. Basterebbe che ciascuno facesse bene la sua parte, trattando l'acqua con il rispetto e l'attenzione che merita. La gestione delle risorse idriche dovrebbe essere inquadrata nel bacino naturale piuttosto che entro frontiere amministrative e politiche. L'acqua non ha frontiere. Essa è una risorsa comune, la tutela della quale richiede la cooperazione internazionale. Le riserve complessive d'acqua dolce nel mondo ammontano a 37.000.000 di chilometri cubi, una quantità che può essere paragonata a dieci volte a quella contenuta nel mare Mediterraneo. Più di tre quarti di questa acqua sono rappresentati da ghiacciai e dai ghiacci polari il cui sfruttamento oltre ad essere al di là della portata delle attuali tecnologie, non è affatto consigliabile, considerati gli sconvolgimenti climatici che potrebbe arrecare. Quasi tutto il resto è rappresentato dall'acqua contenuta nelle falde acquifere sotterranee che fortunatamente non sono state ancora sfruttate in maniera intensiva. Quelle che attualmente sono le maggiori fonti di approvvigionamento e cioè le acque dei laghi, dei fiumi e il vapore acqueo contenuto nell'atmosfera, rappresentano meno del 1% del totale. Per mantenere un'accettabile qualità della vita, una società civile degna di questo nome dovrebbe fornire ai suoi cittadini circa 30 metri cubi d'acqua l'anno per persona per il consumo domestico. Altri 20 metri cubi d'acqua l'anno per persona dovrebbero coprire il fabbisogno dell'industria. Le esigenze agricole sono invece molto superiori e sono stimate in ben 300 e 400 metri cubi l'anno per persona. Cascata nel Parco del Gran Paradiso Questo in teoria In pratica le cose vanno in modo un po' diverso perché le esigenze di un contadino sono diverse dalle esigenze di un abitante di una grande metropoli, ma sono in ogni caso numeri che dovrebbero farci riflettere e portarci ad avere tutti un maggiore rispetto e una diversa attenzione nei riguardi di questa risorsa. Il disgelo del lago Nero nel Parco Veglia Devero
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