I ghiacciai

 

I ghiacciai del monte Rosa sopra Macugnaga

I ghiacciai attualmente coprono circa 16 milioni di chilometri quadrati della superficie del nostro pianeta e la quasi totalità è rappresentata dalla calotta antartica e dalla Groenlandia.

I ghiacciai alpini hanno una estensione di appena 3000 chilometri quadrati e costituiscono appena lo 0,018 % .

Il 46 % si trova in Svizzera, il 20% in Italia, il 18 % in Austria, il 14 % in Francia e lo 0,03 % in Germania.

Il più grande ghiacciaio della catena alpina è il ghiacciaio di Aletsch, che si trova nelle Alpi Bernesi, che ha una superficie di 86 chilometri quadrati e una lunghezza di 24 chilometri.

 

Ghiacciai sul Monte Rosa sopra Macugnaga

 

In alcune zone della Terra, che si trovano ad alta quota o nelle zone vicino ai poli, la neve non si scoglie mai completamente nemmeno durante la stagione calda e ricopre il terreno per tutto l'anno.

Questo fenomeno si verifica a quote variabili, a seconda della latitudine e di altri fattori.

Il ghiacciaio dell'Arbola - alta Valle Formazza

 

La quota oltre la quale la neve non si scioglie mai viene chiamata limite delle nevi perenni.

Il limite delle nevi perenni varia in base alla latitudine: si trova, infatti, al livello del mare nei pressi dei circoli polari, arriva intorno ai 3000 metri in Italia fino a raggiungere i 5000 metri nelle regioni prossime all'equatore.

La parte di neve caduta che non viene sciolta dal Sole, che non precipita a valle e che non viene portata via dal vento si accumula e si comprime fino a che i suoi fiocchi diventano sempre più compatti, l'aria contenuta viene eliminata ed essi si trasformano prima in neve granulare e poi in ghiaccio.

Nasce così il ghiacciaio, un accumulo di ghiaccio, che può raggiungere anche spessori notevoli.

Nei ghiacciai si distinguono due zone: il bacino di raccolta e la lingua.

Il bacino di raccolta, in genere si trova nella parte più alta, dove si addensa la neve; al di sotto del limite delle nevi perenni c'è invece la lingua, dove il ghiaccio si può sciogliere per fusione e sublimazione.

Ghiacciaio in alta Valle Formazza

Nella lingua, il ghiaccio scivola molto lentamente verso valle e viene frenato solo dalle irregolarità delle rocce o dai movimenti ineguali tra gli strati di ghiaccio superficiali e quelli profondi.

Tali movimenti possono provocare la formazione di fessure, talvolta molto profonde, i crepacci, ben noti per la loro pericolosità, soprattutto quando sono nascosti nella neve.

Il ghiacciaio è quindi una grande massa di ghiaccio in movimento in costante equilibrio con l'ambiente che lo circonda e che deriva dalla trasformazione della neve. Questa trasformazione si chiama metamorfismo .

Da quando cade della neve fresca, che è costituita da cristalli molto regolari dalle caratteristiche forme stellari e con un contenuto di aria pari al 90 %, inizia una continua, graduale trasformazione per processi di fusione parziale, di successivo ricongelamento e di compattazione. I cristalli si compattano sempre di più, cambiano forma, si arrotondano, espellono l'aria che contengono. Il ghiaccio che dapprima è bolloso e biancastro diventa compatto, durissimo e di colore verde –azzurro, è diventato ghiaccio di ghiacciaio. Tutto questo avviene in un arco di tempo di circa 5 anni.

Quindi i ghiacciai non sono immobili e con il passare dei secoli, restituiscono spesso i resti di oggetti, animali o uomini che accidentalmente erano rimasti intrappolati nei ghiacci. Resti quasi sempre perfettamente conservati dalle bassissime temperature.

La velocità di spostamento per i ghiacciai alpini può essere di alcuni centimetri al giorno. Un fronte glaciale fermo non sta ad indicare una cessazione del movimento ma semplicemente che c'è una situazione di equilibrio tra gli apporti di neve e i deflussi, cioè lo scioglimento del ghiaccio.

Se gli apporti superano le perdite di ghiaccio, la lingua glaciale avanza verso valle, in caso contrario regredisce verso monte.

Le velocità di spostamento non sono omogenee: sono maggiori in superficie e nel centro del ghiacciaio, sono minori al fondo e sulle pareti laterali perché rallentate dall'attrito.

Dove il fondo del ghiacciaio presenta un gradino, il ghiaccio si può spezzare in sistemi di fessure trasversali tra loro che isolano blocchi, pinnacoli e spuntoni anche di grandi dimensioni, sono quelli che si indicano con il nome di seracchi.

I ghiacciai sono i più grandi serbatoi d'acqua dolce, infatti ricoprono ben il 10% della superficie della Terra distinti in ghiacciai continentali, che in genere si trovano sulle montagne oltre il limite delle nevi perenni e in ghiacciai polari, che ricoprono le terre artiche e antartiche e le acque dei mari circostanti.

L'erosione glaciale è uno dei fenomeni più importanti nel modellamento dei rilievi montuosi e viene calcolata nell'ordine dei 0,05 – 3 millimetri all'anno.

Fondamentale è anche il contributo dei torrenti che scorrono sotto il ghiaccio e che sono responsabili della formazione di orridi, marmitte, profonde incisioni.

Questi processi di modellamento, scolpitura, abrasione, creano del materiale detritico che viene trasportato dal ghiacciaio sul fondo, all'interno e in superficie.

Attualmente per indicare l'insieme del materiale di deposito si utilizza il termine scozzese “till” che sostituisce il termine “morena”.

Il termine morena, infatti, dovrebbe essere utilizzato solo per le forme di deposito glaciale e quindi distinguersi in morena frontale, morena laterale, cordone morenico ecc.

La conoscenza dei ghiacciai e le ripercussioni delle variazioni del clima permettono di comprendere le modifiche climatico - ambientali del passato e sulle Alpi sono stati i principali artefici delle modifiche nel passato. Costituiscono inoltre un importante e ricco archivio sulla storia del nostro pianeta.

Perforazioni nel ghiaccio che possono raggiungere i 2000 metri in profondità permettono l'analisi di campioni di ghiaccio che risalgono a 150.000 anni fa e consentono di scoprire la temperatura dell'atmosfera nel momento in cui è precipitata sotto forma di neve, la concentrazione dei gas naturali, l'entità delle precipitazioni e la presenza di eventuali molecole inquinanti.

Ghiacciaio del Monte Rosa

Dal 1993, la Società Meteorologica Subalpina (SMS), si propone di favorire lo sviluppo e la diffusione delle scienze meteorologiche, climatologiche e glaciologiche con un particolare riguardo per le Alpi Occidentali.

Il lago delle Locce sopra Macugnaga ai piedi del ghiacciaio