Adattamenti nell'uomo

 

Quali sono invece gli adattamenti che permettono all'uomo di regolare le proprie attività evitando i pericoli della stagione avversa?

L'illuminazione naturale è ormai soppiantata da quella artificiale e le giornate sono sempre più lunghe e con una durata della luce quasi costante.
Le attività di svago si protraggono sempre di più nelle ore notturne, cioè in quelle ore dove l'organismo ha un bisogno maggiore di sonno.
Le ferie sono ormai programmate in periodi diversi dalle condizioni climatiche.
Sono stati introdotti turni di lavoro notturni in molti settori.
Questi sono solo alcuni esempi.

La tecnologia ormai ci consente di muoverci, nel tempo e nello spazio, portandoci da un estremo all'altro della Terra, con la conseguenza che il tempo relativo viene scombussolato completamente.
Il jet lag , che si verifica quando ci si sposta rapidamente di molti gradi di longitudine, è uno sfasamento dei ritmi circadiani ai quali il nostro organismo si è faticosamente adattato.
Quindi, il nostro orologio biologico, deve risincronizzarsi con il tempo; questo avviene più semplicemente se lo spostamento è avvenuto verso ovest, cioè verso un ritardo nei ritmi biologici.
Anche un grande spostamento di latitudine, con il conseguente salto di stagione, impone al fisico riadattamenti del tutto innaturali alle condizioni ambientali.

Esperienze di isolamento volontario hanno dimostrato come la periodicità indotta dall'orologio e dalla consuetudine, ad esempio sui cicli di riposo e di alimentazione, vada completamente in tilt se non ci sono stimoli luminosi che ne scandiscono l'avvicendamento.
Inoltre l'uomo, in quanto animale sociale risente anche dell'isolamento; gruppi di persone riescono a mantenere sincronizzato meglio il proprio orologio biologico.
In realtà l'abbassamento della temperatura corporea che coincide con il periodo di riposo dell'organismo, mantiene la sua periodicità anche senza orologi ma è l'uomo che non riesce a percepire questo orologio interno né tanto meno riesce a sincronizzarlo.

La ciclicità e il cambiamento delle situazioni ambientali hanno anche influssi psicologici molto importanti.
La stagione estiva è quella in cui si è più attivi, più ottimisti e sereni, probabilmente in risposta ad un periodo più lungo di luce e ad una situazione naturale di rigoglio e fioriture.

Fioritura estiva

Viceversa nella stagione invernale si apprezza maggiormente il riposo, si diminuisce l'attività fisica e si è maggiormente vittime di malumore o depressione.

 

Torna ai tempi della natura