La scomparsa
dei ghiacciai 

Sulle Alpi in 150 anni è scomparso il 50% della superficie glaciale.
Nel 2005 il 94% dei ghiacciai italiani era in arretramento, il 6% era stazionario, nessuno era in avanzamento.

Il fenomeno è sotto gli occhi di tutti, basta confrontare le immagini storiche dei ghiacciai alpini di soli alcuni decenni fa con le fotografie attuali.
Per tornare indietro di alcuni secoli ci possono essere di aiuto i dipinti dei primi ‘viaggiatori' alpini e il confronto può essere drammatico.
La situazione è la stessa per gli altri ghiacciai nel mondo.

Il ghiacciaio di Aurona sul Monte Leone nel 2003 e nel 2008

Un fenomeno preoccupante, che interessa la stabilità di intere montagne a causa del pericolo di crolli delle pareti rocciose.
Dimostrazione come le montagne siano un ambiente delicato e sensibile, in rapida trasformazione.

 

 

Situazione allarmante di un nevaio nel 2004, nel 2005 e nel 2006

Ai Poli la situazione è ancora più allarmante. Nel 2002, tra gennaio e marzo, è avvenuto il collasso di un'intera piattaforma, un'area di ghiaccio estesa come la valle d'Aosta scomparsa in soli 35 giorni. Un'area di 3250 chilometri quadrati con uno spessore di 220 metri .

I satelliti, inoltre, ci confermano che la calotta polare si restringe sempre più ma le grida di allarme del popolo Inuit che vive in queste terre rimangono, purtroppo, quasi sempre inascoltate.

Fino a pochi decenni fa il fronte del ghiacciaio entrava nel lago

Secondo gli esperti il livello medio del Mare Mediterraneo, a causa della fusione dei ghiacciai continentali, è destinato a salire tra i 18 e i 59 centimetri nel 2100.
In Italia saranno esposte all'invasione del mare soprattutto le coste dell'Alto Adriatico e della Versilia.

A livello mondiale si assisterà alla salinificazione delle falde acquifere, all'erosione delle coste e a conseguenti grandi migrazioni di popolazioni.

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