RESTAURAZIONE
Dopo la rivoluzione francese, era naturale che le potenze uscite vincitrici dal lungo scontro contro Napoleone pensassero di “rimettere le cose al loro posto” e potevano farlo soltanto annullando le conquiste rivoluzionarie. Così i rappresentanti degli stati vincitori che si erano riuniti al congresso di Vienna (1815), decisero di riportare l'Europa alla situazione precedente il 1789. Il loro intento era quello di “restaurare” ovvero ristabilire il vecchio ordine di cose e ristabilire la pace tra i popoli.
Non mancavano alcuni autorevoli personaggi che, sin da allora, fecero notare quanto fosse assurdo un simile proposito: le esperienze fatte nel corso di più di 20 anni non potevano essere cancellate in un momento, la rivoluzione francese si era conclusa con il trionfo della borghesia. Ora, proprio questa classe di cittadini (i borghesi), consapevoli delle conquiste ideali della rivoluzione e dei vantaggi della libertà (erano perciò detti liberali), si assunse il difficile compito di riprendere la lotta contro l'assolutismo.
Gli Stati italiani dopo la Restaurazione e prima dell'Unità In particolare in Italia, “liberali” erano gli studenti, i giornalisti, i letterati, i professionisti, e furono appunto costoro a non rassegnarsi all'atmosfera oppressiva della restaurazione e ad iniziare la lotta per la libertà. Il nuovo ordine stabilito dagli accordi di Vienna non tardò quindi ad essere messo in crisi da una vasta attività di “cospiratori”e rivoluzionari, riuniti in quella “società segrete” che si opposero a ogni forma di assolutismo. |